I Talebani possono usare i social media?
La recente conquista dell’Afghanistan da parte dei Talebani rappresenta una nuova sfida per i giganti dei social media, che devono gestire contenuti pubblicati da un’organizzazione ritenuta estremista e che viola i diritti umani da gran parte dei governi del mondo.
Oltre ai media tradizionali, prima e durante la presa del Paese i Talebani sono stati attivi anche sui media digitali: dichiarano di usare Whatsapp come app di messaggistica e hanno una forte presenza su Twitter e Telegram.
Come gestiranno, per ora, i contenuti dei Talebani le principali piattaforme social?
Facebook Inc. considera i Talebani un gruppo di terroristi e per questo ha deciso di:
- Rimuovere profili FB e account Whatsapp degli esponenti;
- Bannare i contenuti di supporto alla causa;
- Istituire un gruppo ad hoc di moderatori dei contenuti.
TikTok: Come Facebook, anche TikTok considera i Talebani un’organizzazione terroristica e banna i contenuti a supporto di essa.
YouTube sospende gli account gestiti dai talebani e sottolinea il divieto di pubblicare sulla piattaforma contenuti che incitino alla violenza.
Twitter non ha preso una posizione netta: sostiene che farà sempre riferimento alle proprie policies contro le organizzazioni violente (le regole di Twitter non permettono la promozione del terrorismo e la violenza contro civili).
Con la presa dell’Afghanistan da parte dei Talebani si riapre una grande sfida anche per i social network: come comportarsi con i contenuti pubblicati da un’organizzazione estremista che non rispetta i diritti umani e che è al governo di un Paese?
La domanda potrà sembrare banale ma non lo è. Ad ora, la gran parte delle principali piattaforme social (tranne Twitter) ha dichiarato di bannare i profili gestiti e di proprietà dei Talebani e i contenuti a supporto della causa.
Facebook, Twitter o YouTube sono però canali di comunicazione che i Talebani possono considerare “di facciata”, prevedibili e non indispensabili. Sarà per questo che negli ultimi anni la propaganda estremista online si è sviluppato di più su piattaforme minori, come Telegram, di proprietà russa).
Quest’anno le piattaforme si erano già trovate davanti ad una situazione simile, quando bloccarono i canali di Donald Trump dopo aver incitato alle violenze del 6 gennaio a Capitol Hill.
Libertà di espressione online vs policies di moderazione dei contenuti.
Cosa succederà se e quando il governo dei Talebani verrà riconosciuto a livello internazionale?
A quel punto le piattaforme dovranno probabilmente sospendere il ban, e una spunta blu potrebbe arrivare sui loro canali ufficiali.
Fonti: AlJazeera, Reuters